Carlo Carafa
Paolo IV il 7 giugno 1555 creò
cardinale diacono il nipote Carlo Carafa, figlio di suo fratello maggiore
Giovanni Alfonso.
Carlo, nato nel 1517, pur avendo
condotto una vita sregolata da uomo d’arme seppe ingraziarsi lo zio
convincendolo della propria conversione e grazie alla sua ipocrisia ottenne,
sfruttando le mancanze del pontefice nella politica e fatti d’armi, la
Segreteria di Stato.
Fino al gennaio 1559 ingannò il pontefice, mascherando il
vero scopo di arricchirsi e nascondendo la sua vita scandalosa, non ebbe remora
a trascinare la chiesa e la Francia in una guerra contro la Spagna, di usare il
tradimento e la calunnia.
Paolo IV, per natura orgoglioso e irascibile, si rese conto
solamente da anziano di essere stato plagiato dal nipote, al quale si erano
affiancati i fratelli Giovanni, duca di Paliano, e Antonio marchese di
Montebello e padre del cardinale Alfonso Carafa. A tradirli fu la loro sempre
crescente bramosia di denaro.
Il 27 gennaio del 1559 il papa dopo averli privati d’ogni
beneficio economico gli impose di lasciare Roma. Il duca di Paliano si macchiò
di un ulteriore omicidio: saputo del tradimento della moglie Violante d’Alife
con Marcello Capece uccise di propria mano l’amante (26 luglio 1559) e istituì
un tribunale segreto, con l’approvazione dei suoi, per giudicare la moglie.
Giudice egli stesso e affiancato dal fratello di Violante Ferrante d’Alife e
dallo zio Lionardo Cardine e da un parente Gian Antonio Toralto. Il giudizio fu
la morte della donna, nonostante fosse in stato di gravidanza, ad eseguirla il
fratello (29 agosto).
Il cardinale Carlo Carafa ritornò a Roma, per l’elezione
del nuovo pontefice Pio IV (dicembre 1559), alla quale si adoperò molto per
riacquistare il suo potere. Pio IV, il 7 giugno, fece arrestare le persone
coinvolte nel duplice omicidio di Violante d’Alife e di Marcello Capece
unitamente al cardinale Alfonso e Carlo Carafa. Il cardinale Alfonso accusato di
aver sottratto una cassetta con gioie a Paolo IV in punto di morte fu in seguito
scarcerato. Carlo Carafa fu strangolato in Castel Sant’Angelo il 5 marzo 1561
gli altri decapitati nello stesso giorno. Il corpo del cardinale fu portato a
S.Maria in Traspontina e in seguito traslato nella cappella Carafa di S.Maria
sopra Minerva.
L’indagine giudiziaria era stata affidata a Girolamo
Federici governatore di Roma e al procuratore fiscale Alessando Pallantieri.
Sotto il pontificato di San Pio V la figura del cardinale
Carafa fu riabilitata e il 7 giugno 1571 fu decapitato Alessandro Pallantieri.