ORDINI
  CANONICALI
CANONICI REGOLARI DI S.AGOSTINO CONFEDERATI
Sacer
  et Apostolicus Ordo Canonicorum Regularium S.Augustini: C.R.S.A.. (1959)
Confederazione di alcune Congregazioni di Canoni Regolari di
  S.Agostino, costituita nel 1959 con breve pontificio.
Di rosso, alla croce costantiniana del Laterano
  d’oro, gemmata d’azzurro, cantonata da quattro stelle (poi sei) d’oro;
  sull’incrocio dei bracci della croce, un medaglione d’oro al cuore
  fiammeggiante di rosso trafitto da due frecce di nero passanti in decusse. 
L’istituzione
  della Congregazione confederata dei Canonici Regolari stimolò la creazione di
  un blasone che fosse comune a tutti senza essere particolare a nessuno. Un
  canonico di Klosterneubourg esperto conoscitore della scienza araldica ha
  cercato, assieme alla Congregazione Lateranense, di realizzare uno stemma che
  manifestasse l’unione ormai realizzata.[1]
Sul
  fondo rosso, simbolo di dignità ecclesiastica, il nuovo stemma porta come
  emblema principale una croce di tipo particolare: la croce costantiniana del
  Laterano. La stessa, che apparve a Costantino nella nota visione descritta da
  Eusebio da Cesarea è rappresentata al centro di un mosaico nella Basilica di
  S.Giovanni in Laterano fra la Vergine e S.Giovanni Battista ed altre figure di
  santi, gemmata d’oro e pietre preziose, come si vede nella fotografia qui
  riprodotta.
Tale
  croce merita certamente il posto d’onore nel blasone della nuova
  Confederazione (proclamata il 25 maggio 1959 nella basilica del Laterano) ove
  la medesima dominava già il Sinodo del 1059 dove venne promulgata la riforma
  della vita canonicale, alla quale donerà poi la sua forma specifica la Regola
  di S.Agostino.
Riguardo
  il medaglione al centro della croce, con il cuore fiammeggiante attraversato
  da due frecce, va detto che è stato ripreso un motivo ben conosciuto
  dell’iconografia di S.Agostino[2]
  ed ampiamente usato nel-l’araldica dei Canonici regolari, di cui si può
  trovare eco nel responsale VII dell’Ufficio del 28 agosto: Vulneraverat caritas Christi cor ejus: et gestabat verba ejus in
  visceribus quasi sagittas acutas.
Le
  quattro stelle dello stemma iniziale rappresentano le quattro Congregazioni di
  Canonici regolari che hanno aderito alla nuova Confederazione, vale a dire la
  Congregazione del S.S.Salvatore Lateranense, la Congregazione Lateranense
  Austriaca, la Congregazione del Gran San Bernardo e quella di S.Maurizio di
  Agaune. Quando poi aderiranno anche le Congregazioni di Windesheim e
  dell’Immacolata Concezione, le stelle diventeranno sei.
Anche
  il motto originario sembra sia stato trasformato da SUPEREMINEAT CARITAS (come appare nel primo stemma) a CARITATIS
  UNITAS, ovvero il nome
  del breve di approvazione della Confederazione da parte di Giovanni XXIII.
Lo
  scudo è accollato dal pastorale e timbrato dal cappello abbaziale nero a 12
  fiocchi, insegne della dignità abbaziale conferita all’Abate primate della
  Congregazione, secondo i canoni fissati dalla Chiesa per l’uso delle insegne
  di cariche ecclesiastiche.[3]
CANONICI REGOLARI    DELLA
    CONGREGAZIONE
DEL SS. MO SALVATORE LATERANENSE  
    
Congregatio Ssmi Salvatoris
  Lateranensis: C.R.L.
Fasciato d’argento e di rosso (di
  10 o 12 pezzi) alla losanga attraversante d’azzurro, caricata dal busto del
  Salvatore al naturale. Aquila accollata allo scudo, che è sormontato da
  mitra, pastorale e cappello nero a 12 fiocchi. 
  
Motto: ORDO APOSTOLICUS.
Lo
  stemma attuale risale a dopo il 1823, anno della fusione delle due
  Congregazioni canonicali, quelle “Lateranense” e quella “Renana”. Le
  due Congregazioni avevano propri stemmi o almeno propri sigilli, di cui si dirà
  poi.
Questo rappresenta il Salvatore (richiamo ai Canonici Renani)
  dentro l’aquila (richiamo ai Canonici Lateranensi), perché l’aquila è
  simbolo - anche – dell’apostolo S.Giovanni[4],
  titolare, assieme a S.Giovanni Battista, della Basilica del Laterano; in
  alcuni casi la testa dell’aquila appare circondata da un’aureola, perché
  non sia confusa con l’aquila imperiale o altro. La mitra e il pastorale sono
  invece, come per diverse altre congregazioni canonicali,  il richiamo alla dignità abbaziale del superiore generale,
  patrimonio della Congregazione.
STEMMI IN USO PRIMA DEL 1823.
I Canonici Regolari Lateranensi
  avevano due sigilli: il grande e il piccolo. Quello grande portava l’intera
  figura della Madonna col Divino Infante in braccio con a destra il Battista e
  a sinistra S.Agostino. Nella parte inferiore si scorge l’aquila e in quella
  superiore il busto del Salvatore. L’immagine della Vergine ricorda la prima
  casa-madre, S.Maria di Fregionaia mentre quella del Battista e del Salvatore
  con l’aquila la seconda: S.Giovanni in Laterano…[5]
  
I Canonici Regolari di S.Maria in
  Reno  e S.Salvatore
  detti “Renani” ebbero invece come immagine ed emblema “il Salvatore a figura intera con un libro aperto, in cui si leggono a
  gran caratteri le due lettere, iniziale e finale, dell’alfabeto greco A
  Ω; vale a dire l’Alfa e l’Omega”. [6]
Il
  motto era SALVATOR MUNDI, SALVA NOS. Secondo il Trombelli[7]
  il primo sigillo, dopo il trasferimento dei Canonici Renani in S.Salvatore a
  Bologna, rappresentava la faccia del Salvatore nello stile della
  “Veronica”. In seguito con la nascita della Congregazione, venne adottato
  uno stemma proprio per l’Abbazia madre di S.Salvatore consistente
  nell’immagine simbolica dell’agnello seduto su di un libro chiuso con i
  sigilli, come fu visto in spirito da S.Giovanni Battista.
CANONICI REGOLARI DELLA CONGREGAZIONE
LATERANENSE AUSTRIACA 
Congregatio
  Canonicarum Regulariun S.Augustini Lateranensium Austriaca.(1907)
In
  una versione dello stemma, uno scudetto, con il cuore di S.Agostino
  fiammeggiante, trafitto da due frecce poste in decusse, [8]
  carica al centro uno scudo con un’aquila imperiale bicipite, accollato da
  due pastorali e timbrato da un cappello nero a 14 fiocchi. (errore araldico)
In
  una seconda versione dello stemma,  senz’altro
  più tarda, inviatami gentilmente, come la prima, da una canonico di
  Klosterneubourg, presenta elementi tipici agostiniani quali il libro aperto
  con la scritta “Tolle lege” [9]
  ed il cuore infiammato (in questo caso non trafitto) posti all’interno di
  uno scudo d’argento calzato di verde.
Lo
  scudo è timbrato dalla mitra e dal pastorale e sormontato da un cappello nero
  a 12 fiocchi.
CANONICI REGOLARI DELLA CONG. OSPITALIERA DEL GRAN SAN BERNARDO
Congregatio Ss. Nicolai et Bernardi Montis Iovis:
  C.R.B. (sec. XI)
D’azzurro a due colonne coronate
  da una sfera d’argento, sostenute da una roccia del medesimo, accostanti un
  cuore infiammato di rosso sormontato da una stella a cinque raggi d’oro. Lo
  scudo timbrato dalla mitra e dal pastorale e sormontato da un cappello a 12
  fiocchi nero.
Qui
  risulta chiaro il riferimento ai due ospizi fondati da S.Bernardo di Mentone
  (le due colonne), di “Mont Joux”
  (Monte Giove) al valico del Gran S.Bernardo e di “Colonne Joux” (blocco monolitico nei pressi dell’ospizio sul
  quale gli antichi Galli erano soliti pregare) al valico del Piccolo San
  Bernardo. 
Le
  colonne sono anche simbolo della fede; in mezzo a queste sono 
  presenti il cuore fiammeggiante (in riferimento a S.Agostino) e la
  stella del mattino a cinque punte, che oltre essere una guida per i marinai e
  i viaggiatori, indica simbolicamente la speranza cristiana.
CANONICI REGOLARI DELLA CONGREGAZIONE SVIZZERA  DI SAN MAURIZIO DI AGAUNE
Congregatio Helvetica a Sancto Mauritio Agaunensis
  (1128)
Di rosso alla croce trilobata
  Mauriziana, d’argento. L’abate “nullius” d’Agaune, vescovo titolare
  di Betlemme, conte e commendatore Mauriziano pro tempore usa: inquartato nel I e IV di San Maurizio suddetto, nel II e III
  d’azzurro alla stella a 7 raggi di argento. Lo scudo timbrato da un cappello
  a 12 fiocchi verde e caricato da una croce Mauriziana d’argento.
In realtà lo stemma qui riferito all’abate
  “nullius” di Agaune è diventato poi quello della Congregazione, mentre la
  croce Mauriziana è propria dell’Abbazia madre di S.Maurizio di Agaune.
CANONICI REGOLARI 
Congregatio Vindesemensis (1386)
D’azzurro a a due ali spiegate
  d’argento sormontate da una stella a sei raggi d’oro. Lo scudo accollato
  dal pastorale e timbrato da un cappello a 12 fiocchi nero.
Non si conosce il significato degli elementi
  presenti nell’attuale stemma dei Canonici regolari di Windesheim. 
  Le ali spiegate, nell’araldica religiosa, sono generalmente
  l’attributo di S.Michele Arcangelo e la stella, della Vergine Maria e della
  fede in Dio.
CANONICI REGOLARI 
Congregatio Victorina (1968)
D’azzurro a quattro bastoni
  fiordalisati alle estremità e pomellati d’oro posati in croce e in decusse
  (o raggio di carbonchio). Lo scudo accollato dal pastorale e timbrato da un
  cappello a 12 fiocchi nero.
La
  Congregazione di S.Vittore usava accompagnare lo stemma con il motto Ihesus,
  Maria, Sanctus Victor, Sanctus Augustinus.
Il
  raggio di carbonchio in araldica è
  pietra preziosa, racchiusa regolarmente da otto raggi di stella cimata di
  giglio, detta anche gioia raggiante
  e rappresenta carità, illustre virtù ed anche ardore, perché si credeva
  risplendesse nelle tenebre di luce propria.
Era
  probabilmente attributo di S.Vittore di Marsiglia, visto che anche la famosa
  abbazia benedettina a lui dedicata in quella città porta al centro del
  proprio stemma il raggio di carbonchio.
CANONICI REGOLARI DELL'IMMACOLATA  CONCEZIONE
Congregatio
  Canonicorum Regularium Immaculatae Conceptionis: C.R.I.C. (1866)
Trattasi
  più di sigillo che di stemma,  rappresentante
  l’agnello-Cristo su di una roccia (la Chiesa), da cui scaturiscono quattro
  sorgenti, che probabilmente rappresentano i quattro evangelisti e la loro
  dottrina che irriga il mondo. Nei mistici, le quattro sorgenti (o anche i
  quattro fiumi dell’Eden) rammentono le Piaghe del Redentore: O
  fons acquae Paradisi – a quo quator divisi – dulces fluunt rivuli.[10]
Dalla
  roccia sorge un giglio, simbolo della purezza, in questo caso, probabilmente 
  riferito all’Immacolata Concezione di Maria Vergine.
CANONICI REGOLARI PREMOSTRATENSI
Candidus et Canonicus Ordo Praemonstratensis: O.Praem.
  (1120)
D’azzurro seminato di fiordalisi
  d’oro a due pastorali d’argento (a volte d’oro) passanti in decusse,
  brocanti sul tutto. Lo scudo accollato dal pastorale e dalla mitra e timbrato
  dal cappello a 12 fiocchi bianco.
Lo scudo azzurro con i fiordalisi d’oro è
  senz’altro attributo della Casa Reale di Francia mentre i due pastorali sono
  in riferimento alla carica abbaziale, privilegio della casa-madre di Premontré.
Il cappello prelatizio bianco (invece che nero) è
  privilegio degli abati premostratensi e quindi orna eccezionalmente anche lo
  scudo del “Candidus et Canonicus Ordo Praemonstratensis”.
Lo
  stemma qui riprodotto è privo del cappello prelatizio citato.
CANONICI REGOLARI DELLA SANTA CROCE
Ordo Canonicorum Regularium Sanctae Crucis: O.R.C.;
  già di Coimbra. (1131)
L’Ordine
  dei Canonici Regolari della Santa Croce è nato dalla grande venerazione dei
  fondatori Tello e Teotonio per la passione e la Croce del Signore. Nello
  stemma è rappresentata la Croce; sul punto di intersezione delle due travi è
  inserita la Santa Ostia. Alla base della Croce c’è il simbolo di Maria. Due
  angeli adorano la Croce e la Santa Ostia. 
Il
  corpo di Cristo, nato da Maria, (la lettera M formata come presepe) è
  il ponte che ci permette l’accesso al cielo (la verticale della Croce) e che
  unisce gli uomini e  tutto il
  creato a Dio (le travi orizzontali). Quest’opera di unificazione significa
  per il Signore essere sacrificato per il mondo; sacrificio reso presente nel
  mistero dell’Eucarestia.. Questo mistero del-l’umiliazione del Figlio di
  Dio fu rivelato agli angeli dopo la loro creazione ed essi dovettero decidere
  se accettarlo o meno. Per gli angeli fedeli questi misteri sono perciò causa
  di perenne ammirazione che li ha portati ad essere i primi ad adorare il
  Figlio di Dio umiliato e sacrificato.
Lo
  stemma esprime i momenti principali della spiritualità e della vita
  comunitaria dell’Ordine dei Canonici Regolari della Santa Croce di Coimbra:
  l’adorazione perpetua, la celebrazione della Passio
  Domini ogni settimana. Ogni giovedì, dalle ventuno alla mezzanotte, e
  ogni venerdì, dalle dodici alle quindici, i membri dell’Ordine stanno
  riuniti dinanzi al Santissimo in preghiera.[11]
Questa
  adorazione perpetua dei canonici e degli angeli assieme è ben rappresentata
  sull’antico stemma che si può vedere all’esterno dell’antica chiesa
  dell’Ordine a Coimbra, in Portogallo. 
ORDINE DELLA SANTA CROCE (Crocigeri)
Ordo S.Crucis (Crucigeri): O.S.C.
  (1211)
Secondo
  l’Helyot [12], in origine lo stemma era
  così descritto:
D’azzurro a una Croce partita di
  rosso e d’argento, lo scudo coronato da una corona di
  spine sormontata da una mitra e un
  pastorale.
Oggi
  appare diverso, anche negli elementi aggiuntivi dello scudo essendo spariti
  spariti la mitra ed il pastorale.
Sono
  stati inseriti i tre chiodi della crocifissione tra i bracci della croce
  patente a sottolineare la passione di Cristo; è stato inoltre sovrapposto
  allo scudo un cimiero [13]
  ornato di una croce dell’Ordine e coronato da una corona di spine di verde.
  Sono state inoltre aggiunte ampie volute o svolazzi che ornano lo scudo.
Il
  motto dell’Ordine è IN CRUCE SALUS.
Da
  fonti antiche risulta che la croce bicolore ( bianco il braccio orizzontale e
  rosso quello verticale) giocò una parte nella lotta contro i Catari. Questi
  riprovavano la croce come indegna di Dio e strumento del diavolo. I canonici
  la interpretavano invece come strumento di redenzione. Occorreva immergersi
  nella passione di Cristo (il braccio di colore rosso) per venire alla
  “purezza” di Cristo (braccio bianco). Più tardi quando il catarismo venne
  sconfitto, i canonici vedevano rappresentati in questi colori mistici il
  sangue e l’acqua usciti dal costato del Signore in croce.[14]
CROCIGERI DELLA STELLA ROSSA
Canonici Regulares Sanctissimae Crucis a stella rubea
  (1237)
Stemma
  dell’Ordine tratto da una pubblicazione che presenta i colori e i metalli
  invertiti.
D’oro
  alla Croce rossa patente a 8 punte (di Malta) al di sotto della quale è posta
  una stella a 5 punte dello stesso colore. 
La
  stella rossa secondo alcuni fu aggiunta successivamente, per riconoscenza al
  conte di Stenberg, Vice Re di Boemia, che aveva protetto i Religiosi e che
  portava sul suo stemma una stella. Secondo l’Helyot[15]
  invece sembra che questa fosse già portata in epoca antecedente sull’abito
  dai membri dell’Ordine.
Lo
  scudo è timbrato della mitra e da un tipico copricapo bianco che era proprio
  della grande uniforme dei Cavalieri dell’Ordine, accostati rispettivamente
  dal pastorale e dalla spada, a significare la duplice natura che aveva in
  origine l’Ordine, clericale e cavalleresca.
Attualmente
  viene usato uno stemma , in cui il campo d’oro è sostituito dal nero, come
  il colore dell’abito dei Canonici.
CANONICI REGOLARI  DI
    RONCISVALLE 
Canonici Regulares Vallis Riscidae 
(Real Colegiata de Roncesvalles)
  (1132)
Il
  Sigillo del Convento Ospizio di Roncisvalle, contenente un motivo abbastanza
  complesso che richiama comunque il simbolo della Croce, con la punta superiore
  terminante in un pastorale; sopra il braccio orizzontale della croce sono
  posti due gigli e sotto le lettere AM (sigla di Maria o “Ave Maria”)
  .
Il
  Sigillo del Capitolo della Collegiata della Beata Maria di Roncisvalle. Ai
  piedi della Vergine, in un ovale, si può notare il vero stemma della
  Canonica, un tempo a capo di una fiorente Congregazione canonicale, ripreso
  anche nel piccolo scudo qui sopra usato dagli attuali Canonici regolari
  agostiniani.
I
  Canonici portavano una F verde
  particolare cucita sull’abito, che pare ripresa, seppur rovesciata, dal
  simbolo raffigurato nello scudo, con la punta superiore a forma di pastorale e
  quella inferiore simile ad una spada.
                                             
  
[1]
    Cfr. LEON DUPONT LACHENAL “ Les
    Chanoines Réguliers réunis en Conféderation » pubblicato su « Les
    Echos de Saint-Maurice », numero speciale, luglio 1959.
[2] L’argomento è trattato anche alla voce relativa all’Ordine di S.Agostino.
[3]
    B.B.HEIM, Coutumes et droit héraldique de l’église – Paris 1949.
[4] Secondo G.Cairo (Dizionario ragionato dei simboli) S.Giovanni ne ha il simbolo poiché “sugli altri come aquila vola” ed “apre il suo libro parlando della ineffabile generazione del Verbo” e S.Agostino dice (in Joan – Trac.35) “Aquila, est ipse Joannes sublium praedicator”
[5] N.WIDLOECHER: “La Congregazione dei Canonici Regolari Lateranensi”, Gubbio 1929, pag. 158.
[6] Vedi anche HELYOT, Tomo II pag. 377.
[7] TROMBELLI G.C., Memorie Istoriche concernenti le due canoniche di S.Maria di Reno e di S.Salvatore, Bologna 1752, pagg. 178-179.
[8] Cfr. il capitolo degli Ordini mendicanti dedicato all’Ordine di S.Agostino
[9] Cfr. nota precedente..
[10] LUCIANO BARTOLI, La chiave per la comprensione del simbolismo e dei segni nel sacro, pag. 37 – Trieste 1982.
[11] Quanto scritto è estratto da appunti inviatomi gentilmente nel 1993 dal Can. Giovanni Kanelger ORC, della Curia generalizia dell’Ordine.
[12]
    HELYOT, Tomo II pag. 234
[13] Unico esempio di utilizzo del “cimiero”, tipico ornamento “civile” dello scudo assieme agli “svolazzi”, riscontrato nell’araldica degli Ordini religiosi.
[14] DIP, Vol. III colonna 306
[15]
    HELYOT, Tomo II pag. 240