Cardinali
giustiziati
Nel dicembre del 1386 furono giustiziati a Genova, per ordine d’Urbano VI, cinque cardinali rei di aver cospirato contro la sua persona. L’esecuzione avvenne nel Palazzo Pontificio della Commenda di S.Giovanni di Pré ed eseguita, molto probabilmente, mediante il taglio della gola.
I giustiziati:
Gentile di Sangro.
Nato da nobile famiglia napoletana d’origine abruzzese, intraprese la carriera
ecclesiastica giungendo alla carica di protonotario apostolico. Il 18 settembre
1378 fu creato cardinale diacono del titolo di S.Adriano al Foro. Uomo erudito
nelle lettere e nel diritto scrisse diversi trattati: “Defensorium pro Urbano
adversus Clementem”, “Orationem gratulatoriam ad Carolum Regem” e “Acta
Legationis”. Nominato Legato Pontificio a Napoli fu eccessivamente rigoroso e
duro nei confronti del clero favorevole al partito clementino. Alcuni Vescovi,
Arcivescovi, Abati ed Ecclesiastici si videro confiscati i loro beni, altri
furono incarcerati e diversi torturati. Umiliò pubblicamente, facendo loro
bruciare i cappelli cardinalizi, ottenuti da Clemente VII il 18 dicembre 1378,
Giacomo Vis, patriarca di Costantinopoli e Leonardo Giffoni, ministro generale
dei Minori, entrambi subirono il carcere dal 1381 al 1386.
Marino del Giudice (o di Vulcano).
Nato ad Amalfi città di cui fu prima canonico della chiesa metropolita poi, nel
1362, arcivescovo. Nei primi anni del 1380 ottenne l’arcivescovato di Taranto,
l’amministrazione della chiesa d’Aversa e la nunziatura presso Ludovico I re
d’Ungheria. Tra il luglio 1383 e il dicembre 1384 ricoprì le cariche di
camerlengo di s. Chiesa, d’arciprete di s.Maria Maggiore, di legato pontificio
a Firenze, Perugia e nel Piceno, dove si adoperò per mantenere i popoli fedeli
all’ubbidienza del legittimo pontefice Urbano VI, e di Cardinale prete del
titolo di S.Pudenziana.
Ludovico Donati.
Nato da nobile famiglia veneta professò nell’Ordine francescano dove fu
eletto procuratore generale dei Minori Conventuali e nel 1379 ministro generale.
Coprì la carica d’inquisitore a Venezia e acquisì l’arcivescovato di
Palermo. Il 21 dicembre 1381 fu creato cardinale del titolo di S.Marco. Nel
maggio successivo fu inviato da Urbano VI a Napoli per convincere il re Carlo
III Durazzo a cedere alcuni principati a suo nipote. Il mancato successo del
delicato incarico, affidatogli unitamente ai cardinali Bartolomeo Mezzavacca e
Nicola Caracciolo, gli procurò la disistima del pontefice.
Bartolomeo da Cuturno
(o Cogorno).
Di Chiavari, dei Frati Minori, laureatosi in teologia divenne un celebre
oratore. Fu creato cardinale del titolo di S.Lorenzo in Damaso il 21 dicembre
1381 e, probabilmente, l’arcivescovato di Genova. Da Urbano VI ottenne la
facoltà di concedere licenze per il commercio con i sultanati. Caduto in
disgrazia presso il pontefice si dovette nascondere fino all’intervento di
Carlo III Durazzo che intercedette per la sua riammissione nel Sacro Collegio.
Giovanni Amadeo.
Veneziano, teologo dei Frati Predicatori, arcivescovo di Corfù fu creato
cardinale del titolo di S.Sabina il 28 settembre 1378. Fece parte, per incarico
di Urbano VI, della legazione cardinalizia contro Giovanni re di Castiglia e
Leon passato al partito dell’antipapa Clemente ed all’esame delle
rivelazioni di S.Brigida.